I novecento anni del Sovrano Militare Ordine di Malta

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Benedetto-XVIEDIZIONE STRAORDINARIA: alle ore 11,46 di lunedì 11 febbraio 2013, i telegiornali di tutto il mondo annunciano le “dimissioni” di Sua Santità Papa Benedetto XVI, a partire dal 28 febbraio 2013.

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In mattinata, infatti, nel corso del Concistoro per la Canonizzazione dei Martiri d’Otranto, Sua Santità comunica che “essendo venuto meno il necessario vigore fisico e mentale per l’idonea gestione del proprio Ministero, si dimette, in piena libertà, dal proprio Magistero”.

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Sbigottimento, incredulità e grande emozione investono tutto l’universo Cattolico, e non solo. Il mondo web è preso letteralmente d’assalto con dichiarazioni e quesiti sulle motivazioni di questa incredibile decisione, che ha sì un suo riscontro in Diritto Canonico, ma che ne ha pochissimi nella millenaria storia della Chiesa.

Appena due giorni addietro, sabato 9 febbraio, eravamo giunti a Roma  Cavalieri e volontari del Sovrano Militare Ordine di Malta, provenienti dai cinque Continenti, per festeggiare i novecento anni del riconoscimento ufficiale, da parte del Sommo Pontefice, come Ordine Sovrano.

Il 15 febbraio del 1113, infatti, Papa Pasquale II aveva promulgata la bolla “Piae Postulatio Voluntatis”, con la quale determinava le norme per una struttura stabile del Sovrano Militare Ordine Ospedaliero dei Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme.

Ricordo che a partire dalla prima Crociata del 1099, con l’apertura di un Ospedale a Gerusalemme, per volere del Beato Gerardo, monaco benedettino di Amalfi, i monaci guerrieri, tutti appartenenti alla migliore e più antica nobiltà europea, garantivano ai pellegrini diretti in Terra Santa, cure e protezione da predoni e saraceni, che pullulavano ovunque, mettendo a repentaglio l’incolumità dei fedeli.

Da allora, anche se oggi i Cavalieri non impugnano più la spada per combattere i nemici della fede, il soccorso sanitario è rimasto immutato, soprattutto nelle regioni critiche del pianeta.

Sabato 9 febbraio, in San Pietro, a Roma, 2000 tra Cavalieri e Dame, in rappresentanza dei 13.500 membri del Sovrano Militare Ordine di Malta, e altrettanti, espressione degli oltre 100.000, appartenenti al grande mondo del volontariato della Famiglia Melitense, hanno dato luogo ad un solenne, quanto scenografico, momento d’incontro. Cavalieri con  lunga tunica nera e dame con  mantello, portano le insegne del Sovrano Ordine, la Bianca Croce Ottagona, le cui otto punte rappresentano le otto beatitudini. Seguono i volontari  con casacche e divise, relative alle loro funzioni.

La Santa Messa è stata officiata da Sua Eminenza il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, unitamente a trenta, tra Cardinali e Vescovi, tra cui il porporato Patrono del Sovrano Ordine, Sua Eminenza il Cardinale Paolo Sardi. Nell’omelia, l’Officiante ha ricordato che il Sovrano Ordine, spesso in passato, ha difeso con la spada la fede cattolica e i suoi vari istituti caritatevoli, ma “oggi le battaglie vengono combattute con gli strumenti pacifici della lotta contro le malattie, la miseria, l’emarginazione e l’intolleranza, e con la difesa e la diffusione della fede cattolica, anima della sua carità”. Ha auspicato, quindi, che l’intuizione del Beato Gerardo di vivere in maniera così specifica l’alleanza tra  fede e carità, continui ad animare la vita e l’operato dei membri del Sovrano Ordine e dei volontari della Famiglia Melitense, secondo il senso giusto e religioso del nostro motto “tuitio fidei et obsequium pauperum”.

Alla santa funzione, per la quale il Papa ha concesso l’indulgenza plenaria, hanno partecipato, inoltre, gli Ambasciatori accreditati presso il Sovrano Militare Ordine di Malta, presso la Santa Sede e presso la Repubblica Italiana, e molte alte personalità dello Stato Italiano.

Alla fine della Santa Messa, Sua Altezza Eminentissima il Principe Frà Matthew Festing, 79° Gran Maestro del Sovrano Ordine, ha rivolto un devoto ringraziamento al Sommo Pontefice e ha recitato la preghiera dei Cavalieri di Malta.

In questo incontro, il momento più atteso è stato l’intervento di Sua Santità Benedetto XVI, che ha voluto ricordare come con la Bolla “Piae Postulatio Voluntatis”,  Papa Pasquale II avesse messo la neonata fraternità ospedaliera di Gerusalemme, sotto la tutela della Chiesa e l’avesse resa sovrana, costituendola in un Ordine di diritto ecclesiale, con facoltà di eleggere liberamente i suoi superiori, senza interferenza di altre autorità laiche o religiose. Una ricorrenza importante che cade nel contesto dell’Anno della Fede. “Il vostro impegno, ha continuato il Papa, in ambito internazionale, nell’assistenza ai malati, nella solidarietà e nella promozione umana, si distingue da altre organizzazioni per l’ispirazione cristiana che costantemente deve orientare l’impegno sociale dei suoi membri. Il vostro motto “tuitio fidei et obsequium pauperum” sintetizza il carisma del vostro Ordine che, come soggetto di diritto internazionale, non ambisce ad esercitare poteri ed influenze di carattere mondano, ma desidera svolgere in piena libertà la propria missione per il bene integrale dell’uomo, spirito e corpo, guardando sia ai singoli che alle comunità, e, soprattutto, a coloro che hanno più bisogno di speranza  e di amore. “

Oggi, alla luce di queste dimissioni, ci inchiniamo commossi e deferenti, con rispetto e con nostalgia innanzi a questa figura di Papa, che pur nella fragilità del suo corpo, ha saputo guidare, fra mille ostacoli e difficoltà, la Chiesa, ponendosi quale fermo baluardo della dottrina della fede, nel confronto con un sempre più minaccioso relativismo moderno.

Filippo Sciuto

 

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